Se si parla di San Severo non si può non citare certamente il suo vitigno autoctono, il Bombino Bianco.
Come dice anche il titolo che ho voluto ironicamente dare il nome è molto somigliante al termine bambino, per la forma del grappolo dalle sembianze di un bimbo con le braccia aperte, il suo significato nasconde quella che è la vera natura del vino che si riesce ad ottenere e cioè “Bonvino”, che non può non significare altro che “vino buono” (Antonacci, 2006).
Il Bombino Bianco ha le foglie di media grandezza, quinquelobate o
trilobate a forma pentagonale. La pagina superiore è di colore verde carico,
opaca, glabra, mentre la pagina inferiore è di colore verde chiaro, lanuginosa
e con la superficie molto bollosa. Il grappolo è di media grandezza o quasi
grande, di forma conica o cilindro-conica, è spesso alato e piramidale. Il
rachide è di colore verde, leggermente rosa alla base, con peduncolo corto e
grosso, dalla consistenza semi-legnosa. L’acino è di media grandezza o quasi
grande, sferoidale, con buccia mediamente spessa e consistente, il colore è
giallastro e spesso la buccia di consistenza pruinosa è cosparsa di macchie e
punteggiature marroni (Bruni et al., 1962).
Dal punto di vista della fenologia, questo vitigno ha germogliamento e fioritura tardiva, mentre si rivelano media-tardive le fasi dell’invaiatura e della maturazione. La produzione è costante e abbondante, specialmodo se si utilizza la forma di potatura corta (Antonacci, 2006).
La potatura è chiamata comunemente corta in questa zona, ma si rivela essere mista, come ad esempio avviene nel Guyot (Massa, 2015).
Le forme d’allevamento più utilizzate sono la controspalliera (principalmente con potatura alla Guyot) e il tendone (Massa, 2015) e anche se si pensa che il tendone non sia appropriato alla produzione di uve da vino, da alcuni studi condotti si è arrivati alla conclusione che le uve allevate con sistema a Tendone risultavano più mature rispetto a quelle allevate con sistema a controspalliera (Cravero et al., 2012)
Il grado alcolico che si ottiene dalla lavorazione delle sue uve è compreso tra 11,0 e 12,5 vol %. Raramente viene vinificato in purezza. Solitamente il vino si presenta di colore giallo verdognolo o paglierino dorato, con un sapore neutro, vellutato, armonico e asciutto (Antonacci, 2006).
San Severo insieme a Lucera, entrambi nella provincia di Foggia, hanno il marchio d’origine d.o.c. (denominazione d’origine controllata), rispettivamente di San Severo e Cacc’è Mmitte, altre d.o.c. legate al Bombino Bianco sono comunque presenti presenti nella regione Puglia.
Secondo il disciplinare di produzione del vino d.o.c. San Severo, la denominazione di origine controllata “San Severo”, è riservata ai vini San Severo Bianco (anche frizzante e spumante), San Severo Bombino Bianco (anche frizzante e spumante), San Severo Malvasia bianca di Candia, San Severo Falanghina, San Severo Trebbiano bianco, San Severo Rosso (anche novello e riserva), San Severo Rosato (anche frizzante), San Severo Merlot (anche rosato), San Severo Uva di Troia o Nero di Troia (anche rosato e riserva), San Severo Sangiovese (anche rosato). I vini devono essere ottenuti dalla seguente composizione ampelografica: “SAN SEVERO” BIANCO per il 40-60% in Bombino Bianco e il 40-60% il Trebbiano Bianco, “SAN SEVERO” BOMBINO BIANCO di Bombino minimo all’85%. I vini devono essere prodotti nei territori dei comuni di San Severo (comprese le due frazioni denominate Salsola e Vulganello del comune di San Severo ricadenti in territorio di Foggia), Torremaggiore (compresa la frazione di Castelnuovo della Daunia, Masseria Monachelle, inclusa nel territorio di Torremaggiore), San Paolo di Civitate e parte dei territori dei comuni di Apricena, Lucera, Poggio Imperiale e Lesina. Sono vietate tecniche di forzatura e sono consentite l’irrigazione anche di soccorso. Le quantità minime di ceppi ad ettaro sono di 1600 per le forme d’allevamento a tendone e 3000 per gli altri sistemi di allevamento. Tutte le operazioni di trasformazione ed imbottigliamento devono essere eseguite nella città di San Severo. (Disciplinare di produzione).
Bibliografia:
- Antonacci D., 2006. Parte II - Schede descrittive dei vitigni dei Vini di Puglia: Bombino Bianco b. In “Viti di Puglia”. Mario Adda Editore, Bari.
- Bruni B., Del Gaudio S., De Girolamo S., 1962. Bombino Bianco. In
AA.VV.: “Principali vitigni da vino coltivati in Italia – Volume II”.
Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, Roma.
- Cravero M.C., Bonello F., Chiusano L., Tamborra P., Savino M., 2012. Caratterizzazione sensoriale di vini Bombino Bianco e Falanghina prodotti in Puglia e ottenuti con diverse tecniche di vinificazione. In “Rivista Internet di Viticoltura ed Enologia”, Anno 2012, n. 2/2. [www.infowine.com].
- “Disciplinare San Severo d.o.c.”. Cantina Sociale San Severo Società Cooperativa. Web. 05.03.2016. [http://www.anticacantina.it/san-severo-d.o.c.htm].
- Massa S.F., 2015. “Scelte viticole e applicazioni di tecniche colturali per la produzione d’uve a uso spumantistico in Capitanata”, Relazione di tirocinio, Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente, Università degli Studi di Foggia - 2014/2015.
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