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Caporalato in agricoltura, la qualità ri-chiede etica

Adelaide Baccile Ethiculture, Laws&Taxes

Contro il caporalato in agricoltura nasce la “Rete del Lavoro Agricolo di Qualità”

C’è il caporalato, c’è il lavoro nero e ci sono i morti in agricoltura, e non è una sorpresa, ma è solo dopo gli ennesimi episodi estivi che si torna a parlare di tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori nelle aziende agricole. E ad agire.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) comunica che, da martedì 1 settembre, è attiva la “Rete del Lavoro agricolo di qualità”, un organismo autonomo composto dalle organizzazioni sindacali, dalle organizzazioni professionali, insieme ai rappresentanti dei Ministeri interessati (Politiche agricole, Lavoro, Economia) e della Conferenza delle Regioni, con la cabina di regia presieduta dall’INPS, nato nell’ambito del piano operativo di contrasto alle irregolarità del lavoro in agricoltura; è previsto, inoltre, un sistema premiante a beneficio delle aziende agricole che aderiranno alla Rete e che riceveranno la “certificazione etica” che ne attesta la qualità.
Le imprese agricole, per aderire alla Rete contro il Caporalato in Agricoltura, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  1. non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia d’imposte sui redditi e sul valore aggiunto;
  2. non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui al punto precedente;
  3. essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

Le aziende agricole potranno sottoporsi ad un sistema di certificazione della qualità etica


Tramite un servizio telematico, le aziende agricole possono registrarsi direttamente dal portale dell’INPS ed essere valutate dalla Cabina di regia della Rete. In caso di esito positivo, le aziende agricole selezionate entreranno a far parte della Rete e riceveranno il certificato che ne attesta la qualità “etica”. Il certificato può così essere esibito dall’impresa come marchio di azienda agricola che non utilizza lavoro nero, ma piuttosto il lavoro lo tutela. Va così a rappresentare anche uno strumento a supporto della competitività delle imprese. Perché si può essere competitivi anche nella legalità!
E non solo le imprese agricole, ma anche i consumatori apprezzeranno una forma di certificazione che garantisce loro l’acquisto di prodotti da aziende oneste. Non c’è del buono senza giustizia sociale!

Fonti Caporalato in Agricoltura: Ministero delle Politiche Agricole Ambientali Forestali – MIPAAF, INPS

Adelaide Baccile, Dott.ssa in Scienze Agrarie e AmbientaliAdelaide Baccile - Dottoressa in Scienze Agrarie e Ambientali